FILM IN CONCORSO

FILM IN CONCORSO

FILM IN CONCORSO

FILM IN CONCORSO

Il Prix Palatine propone ogni anno una selezione di sei film in concorso (tre italiani e tre francesi). La selezione si basa su criteri precisi: opere degli ultimi due anni di autori francesi o italiani, varietà di generi e temi, con l’obiettivo di stimolare il dibattito e lo spirito critico. Vengono privilegiate opere inedite e anteprime.

La selezione 2025 per i giurati in Francia è composta dall’omaggio a Napoli e alla gioventù di Paolo Sorrentino in “Parthenope” (distributore Pathé), la dichiarazione d’amore di Francesca Comencini a suo padre e al cinema “Il tempo che ci vuole” (distributore Pyramide), e infine la favola poetica di Maura Delpero, “Vermiglio” (distributore Paname).

I giurati in Italia sono chiamati a scegliere tra la Parigi danzante degli anni ’80 di “Stella est amoureuse” di Sylvie Verheyde (distributore No.Mad), lo struggente conflitto tra padre e figlio raccontato in “Noi e loro” di Delphine e Muriel Coulin, con Vincent Lindon Coppa Volpi al festival di Venezia (distributore I Wonder Pictures), e un terzo film che sarà selezionato in collaborazione con il festival “Rendez-vous” organizzato dall’Institut Français Italia e da Unifrance.

Film per la giuria in Francia

Parthenope

PAOLO SORRENTINO

Italia/Francia

 2024, 136’

Parthenope è una donna che porta il nome della sua città, ma non è né sirena né mito. Un viaggio che ripercorre le vicende della sua vita attraverso i decenni, dagli anni 50 ai giorni nostri, tra Capri e Napoli.

Il tempo che ci vuole

FRANCESCA COMENCINI

Italia/Francia

2022, 102′

Durante gli anni di piombo, periodo ricco di lotte politiche e di rivoluzioni sociali, padre e figlia condividono la passione per il cinema, nonostante le diverse scelte di vita e i modi di stare al mondo.

Vermiglio

MAURA DELPERO

Italia/Francia/Belgio

2024, 120’

Nell’ultimo anno della Seconda guerra mondiale, il 1944, un giovane soldato siciliano di nome Pietro porta il suo compagno ferito, Attilio, fino alla sua casa in montagna. Come nuovo arrivato in paese, Pietro è molto chiacchierato, ma resta in disparte. Ben presto Pietro e Lucia, figlia maggiore del severo maestro del villaggio, iniziano una relazione.

Film per la giuria in Italia

Stella è innamorata

SYLVIE VERHEYDE

Francia

2022, 110’

Parigi, metà degli anni ’80. Le vacanze estive sono finite e Stella cerca di liberarsi di un’ansia costante, bloccata tra la sua vita di adolescente e la separazione dei suoi genitori. Quest’anno Stella deve affrontare l’esame di maturità. Ma scopre le notti del mitico club Les Bains Douches, dove incontra André, che balla come un dio. Stella si innamora, ma la fine dell’anno si avvicina rapidamente…

NOI E LORO

DELPHINE ET MURIEL COULIN

Francia

2024, 119’

Pierre, ferroviere cinquantenne, cresce da solo i suoi due figli. Louis, il più giovane, riesce negli studi e avanza facilmente nella vita. Fus, il maggiore, va alla deriva. Affascinato dalla violenza e dai rapporti di forza, si avvicina a gruppi di estrema destra, in netto contrasto con i valori di suo padre. Pierre assiste impotente all’influenza di queste frequentazioni su suo figlio. Poco a poco, l’amore lascia il posto all’incomprensione…

Film scelto in collaborazione con il Festival RendezVous - Nuovo cinema francese

I REGISTI

Gli ospiti

Le proiezioni dei film in concorso sono precedute da un’introduzione affidata a giornalisti e professionisti per scoprire il lavoro collettivo intorno a un’opera cinematografica, come sceneggiatura, regia, montaggio, fotografia, musica, casting, produzione, distribuzione. L’occasione per gli studenti di scoprire i diversi mestieri legati al cinema, anche in chiave di orientamento professionale.
Emma Rossi Dandi

Emma Rossi Landi

Documentarista, direttrice RIDF Festival

Paolo Mereghetti

Critico cinematografico e scrittore, Il Corriere della Sera

Paolo Mereghetti
Aline Herve

Aline Herve

Montatrice

Aureliano Tonet

Giornalista e critico cinematografico, Le Monde

Arianna Finos

Arianna Finos

Inviata di cinema, La Repubblica

Gianluca Pisacane

Giornalista e critico cinematografico, Il Cinematografo

Gianluca Pisacane

Vanessa Mangiavacca

Responsabile progetti didattici, Home Movies

Andrea Parena

Regista

Isabella Gallo

Sceneggiatrice e regista

Emilio Seri

Regista

Dario Bosio

Dario Bosio

Fotografo e videomaker

Cristina Colet

Responsabile progetti didattici, AIACE

Cristina Colet

Olivio Romanini

Giornalista, direttore Il Corriere di Bologna

Federico Zambelli

Dirigente impresa, ex Direzione Affari Internazionali della Ville de Paris

Livio Costarella

Livio Costarella

Giornalista e critico cinematografico, La Gazzetta del Mezzogiorno

Fai parte della giuria? Partecipa anche tu al Prix, vota il tuo film preferito!

Paolo Sorrentino

Paolo Sorrentino nasce il 31 maggio 1970 a Napoli, crescendo nel quartiere Vomero. All’età di 16 anni i suoi genitori muoiono in un incidente per una fuga di gas, dramma che segnerà il regista, e che viene rievocato in particolare nel film “E’ stata la mano di Dio”. Autodidatta e appassionato di cinema, muove i primi passi collaborando alla sceneggiatura di “Polvere di Napoli” di Antonio Capuano. Il suo primo lungometraggio, “L’uomo in più” (2001), rivela un talento promettente e stabilisce l’inizio della collaborazione con Toni Servillo, attore che comincerà a fare parte del mondo “sorrentiniano”.

Nel corso della sua ricca e variegata filmografia, Sorrentino esplora temi universali attraverso complessi ritratti di personaggi spesso ispirati a figure reali: politici, artisti, intellettuali. Il suo cinema, sofisticato e popolare al tempo stesso, ha conquistato il pubblico internazionale. “Il Divo” (2008), sulla vita sulfurea del controverso politico italiano Giulio Andreotti, gli è valso il Premio della Giuria a Cannes. Ma è con “La grande bellezza” (2013) che ha raggiunto il successo internazionale, vincendo l’Oscar per il miglior film straniero.

Accanto al cinema, Sorrentino si è dedicato alla televisione con le serie di successo “The Young Pope” e “The New Pope”. I suoi film, segnati dall’influenza di registi come Federico Fellini, sono caratterizzati da un’estetica meticolosa, dall’attenzione ai dettagli e da una profonda riflessione sulla condizione umana.

Francesca Comencini

Francesca Comencini nasce a Roma nel 1961. Studia filosofia all’università la Sapienza di Roma, ma interrompe gli studi per trasferirsi a Parigi dove vive per 18 anni e nascono i suoi tre figli. Esordisce nel 1984 con il film “Pianoforte”, vincitore del Premio De Sica al Festival del Cinema di Venezia. Da allora ha realizzato film, documentari e serie, mantenendo sempre alta l’attenzione verso la realtà, i suoi conflitti, la sua durezza e la sua umanità. Ama in modo particolare raccontare personaggi femminili cercando di rivelarne la centralità e la forza. 

Nel 1988 ha collaborato con il padre Luigi alla stesura della sceneggiatura per “Un ragazzo di Calabria”, prima di dirigere “La luce del lago”. Ha poi diretto documentari come “Elsa Morante” (1995) e “Shakespeare a Palermo (1997)”. Tra i suoi film di finzione: “Le parole di mio padre (2001)”, “Mi piace lavorare (Mobbing)” vince il premio ecumenico al festival di Berlino 2004, “Lo spazio bianco (2009)” e “Un giorno speciale (2012)”, presentati in concorso alla Mostra del cinema di Venezia. Nel 2014 realizza Gomorra – La serie, insieme a Stefano Sollima e Claudio Cupellini. Nel 2015 cura drammaturgia e regia dello spettacolo “Tante facce nella memoria” e nello stesso anno riceve  il Premio Cipputi alla carriera. 

Lo stile della regista è sobrio e diretto, con una predilezione per ambientazioni quotidiane che esaltano il dramma psicologico. Evita artifici visivi e narrativi per restituire l’autenticità delle relazioni umane. Il suo lavoro si distingue per la capacità di raccontare storie di vita comune con profondità, tanto da far emergere verità universali attraverso i dettagli quotidiani. Tra i temi ricorrenti nella sua filmografia ci sono le relazioni familiari e generazionali, i conflitti sociali e la giustizia, il senso di identità e della memoria, il femminismo e il ruolo delle donne.

Maura Delpero

Maura Delpero è nata a Bolzano nel 1975. Dopo gli studi universitari in Lettere, a Bologna e Parigi, e in cinema, a Buenos Aires, esplora il confine tra finzione e non finzione con i suoi primi documentari, su tutti “Signori professori” e “Nadea e Sveta”, entrambi premiati al Festival di Torino. Il suo film d’esordio, “Maternal”, è premiato al Festival di Locarno e partecipa a oltre cento appuntamenti internazionali, da San Sebastian a Londra, da Chicago a Mar del Plata, oltre a valerle – tra gli altri riconoscimenti – il Kering Women in Motion Young Talent Award al 73 Festival di Cannes.

Vermiglio è il suo secondo film, vincitore del Gran Premio della Giuria all’81esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. La regista e sceneggiatrice vive e lavora tra Argentina e Italia dove è tornata per girare, tra le montagne di Vermiglio, paese del Trentino, una storia che è ispirata dalla poesia e dal silenzio delle ambientazioni in cui si svolge questo film drammatico, storico e biografico. Un ruolo fondamentale, nella formazione della Delpero, lo ha avuto la famiglia. Il nonno, maestro di scuola, ha ispirato un personaggio all’interno di “Vermiglio”. E’ sposata con l’attore Santiago Fondevila Sancet che ha un ruolo anche nel film. Il Comitato di Selezione che sceglie il film che rappresenta l’Italia agli Oscar 2025 ha selezionato Vermiglio “per la sua capacità di raccontare l’Italia rurale del passato, i cui sentimenti e temi vengono resi universali e attuali”. “Vermiglio” è distribuito in Francia da Paname Distribution. 

Sylvie Verheyde

Sylvie Verheyde è una regista e sceneggiatrice francese nata nel 1967. Un frère, il suo primo lungometraggio realizzato nel 1997, è selezionato al Festival di Cannes, vince il Premio Cyril Collard 1998 e le vale il César per la miglior promessa femminile, assegnato a Emma de Caunes. Nel 2002, Sylvie Verheyde scrive e dirige Princesses, una commedia drammatica incentrata sulla vita di due sorelle alla ricerca del loro padre. Il suo terzo lungometraggio, Stella (2008), primo capitolo del suo dittico autobiografico, è selezionato alla Mostra del Cinema di Venezia. Il film è stato lodato per la sua delicatezza e la mordacità nel ritrarre una bambina che sfugge al suo destino.

Nel 2012, Sylvie Verheyde realizza Confession d’un enfant du siècle (ispirato al romanzo autobiografico di Alfred de Musset), con Pete Doherty e Charlotte Gainsbourg, presentato nella sezione « Un Certain Regard » al Festival di Cannes. Nel 2016 gira Sex Doll con l’attrice Hafsia Herzi. Nel 2019 firma un biopic sulla famosa tenutaria francese Madame Claude, con Garance Marillier, Karole Rocher e Roschdy Zem. Nel 2022, con Stella est amoureuse, presentato al Festival del film di Locarno in competizione internazionale, la regista rivede la sua giovane eroina diventata adolescente.

Nel 2024, Sylvie Verheyde si lancia nella tv con “Nudes”, mini-serie che tratta il tema del cyberbullismo. Quest’anno segna anche l’uscita italiana di “Stella è innamorata”, distribuito da NoMad Entertainment.

Delphine e Muriel Coulin

Delphine Coulin (nata nel 1972) e Muriel Coulin (nata nel 1965) sono sorelle di Lorient, in Bretagna, dove sono cresciute. La madre era insegnante di letteratura e inglese, mentre il padre era un dirigente d’azienda. Delphine ha studiato a Sciences Po Parigi. Ha lavorato come responsabile programmazione di documentari per il canale televisivo Arte. Oltre a questo lavoro, è scrittrice e ha pubblicato diversi romanzi. La sorella maggiore, Muriel, si è diplomata all’École Louis Lumière, una prestigiosa scuola di cinema francese. Ha iniziato come cameraman e direttrice della fotografia, lavorando per registi come Agnès Varda e Claire Denis.

Nel 1996, Muriel e Delphine hanno realizzato insieme il loro primo cortometraggio. Il loro secondo, Souffle, ha vinto un premio del Syndicat français de la critique nel 2000. Nel 2011, le due sorelle sono passate al lungometraggio con “17 filles”, che racconta la storia di 17 ragazze che decidono di rimanere incinte contemporaneamente, un film ispirato a un fatto di cronaca del 2008 negli Stati Uniti. Il film è stato presentato alla Settimana della Critica del Festival di Cannes e nominato per un César nella categoria Miglior Opera Prima. Anche il loro secondo lungometraggio, “Voir du pays” (2016), tratto da un romanzo di Delphine, è stato selezionato a Cannes nella sezione Un Certain Regard.