- Autori: Conti
- Scuola: Lycée Victor Hugo, Paris
- Film: Primadonna, Marta Savina
“C’è il matrimonio per riparare all’onore ferito della ragazza”. Questa frase mi è rimasta in testa da quando sono uscita dal cinema. Il matrimonio riparatore, una pratica che può sembrare passata, ma che è ancora presente in diverse realtà.
Primadonna è la storia di Lia Crimi, una ragazza che ha avuto il coraggio di dire no a una pratica che era sempre stata accettata da tutti. Il film mostra la cruda realtà al quale erano confrontate le giovane ragazze, che non potevano rifiutare un uomo, le molestie, il matrimonio riparatore. Ma mostra anche la forza della donna, la ribellione, l’opposizione a queste norme sociali. L’interpretazione di Claudia Gusmano è ammirevole. Riesce a ritrarre un personaggio difficile così bene che si sente davvero la responsabilità che pesava sulle spalle di Lia, anche se sostenuta dalla sua famiglia, Orlando e Ines. Il film è anche un inno alla resilienza di un’intera comunità di emarginati. Infatti, la profondità della sceneggiatura di Marta Savina risiede nel modo in cui mette in luce voci spesso messe a tacere, valorizzando le loro storie e mostrando come, insieme, possano sfidare l’oppressione della società conservatrice. Per esempio, Ines, una prostituta, non è presentata come uno stereotipo, ma come una donna con la propria voce e il proprio potere. Ed è anche grazie a questa capacità di ribellarsi, di essere fuori dagli stereotipi, che Lia trova il suo coraggio, che diventerà la sua forza.
La regia di Marta Savina si distingue per la delicatezza con cui tratta le scene più delicate, che spinge lo spettatore a non distogliere lo sguardo dalle sfide che i personaggi devono affrontare.
Dal nostro punto di vista nel 2024, come possiamo immaginare che una donna aggredita assuma il ruolo di colpevole quando la vittima è lei?
Il film mostra la necessità di usare la propria voce, di rivendicare i primi no. Perché sono i primi no che rendono possibile il parlare di emancipazione femminile. Sfidare le norme sociali con una semplice parola dà coraggio a tutti i giovani e a tutte le ragazze che ora comprendono il potere dire no.